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Documentazione per l'accusa

Page history last edited by PBworks 16 years, 6 months ago

Documentazione per l'accusa

 

 

In questa pagina si raccoglierà documentazione a supporto della non efficacia didattica delle tecnologie, di progetti fallimentari o di limitato impatto.
Inserite
  • esperienze personali
  • esperienze altrui
  • riflessioni
  • contributi concettuali
  • altri contenuti ritenuti rilevantiIl materiale potrà avere la forma di:
  • un contributo riportato per esteso
  • un link a vostro materiale presente su web. In questo caso inserite una breve sintesi del materiale linkato
  • link a materiali prodotti da altri. Anche in questo inserite una breve sintesi di quel contributo
  • altro
Aggiungete di seguito il vostro contributo facendolo precedere dal vostro nome e chiudendo il contributo con una "linea orizzontale" (bottone a sinstra di "insert plugin")

La CRUI evidenzia l'utilità data dall'e-learning nel miglioramento della didattica universitaria. In mio post commento in modo critico

Gianni

 


Probabilmente non è tutto oro quello che lucica nel rapporto ANEE sull e-learning in Italia (dato, per alcuni aspetti, in espansione e, per altri, in "tenuta"). Una tavola rotonda seguita alla presentazione analizza il rapporto con meno entusiasmo. L'ho ripresa nel mio blog. Vedere altri commenti al fenomeno e-learningnel mio blog nei post (novembre 06) con tag "TED".

Gianni


Mario Agati, docente di liceo, dedica al "reale" uso delle tecnologie alcuni post nel suo blog. Nel post VoliAMOinAlto descrive con ironia e con sconforto quali sono le reali richieste dei suoi colleghi insegnanti. Tanti altri post che descrivono situazioni sconfortanti di insegnanti alle prese con le tecnologie.

Gianni



Forse c'entra poco, ma da un articolo del Sole24Ore risulta che il governo canadese (già preceduto dal Vaticano!!!) ha manipolato alcune pagine di wikipedia che mettevano in cattiva luce il suo operato.

link: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Attualita%20ed%20Esteri/Esteri/2007/08/wikipedia-australia.shtml?uuid=27851e80-5257-11dc-9e19-00000e251029&type=Libero



Qui si parla di e-learning.... e si parla anche di te, Gianni!!!

http://www.scuolaer.it/page.asp?IDCategoria=129&IDSezione=380&ID=96679ù


deschoolingancora contro?


semmai ne aveste il tempo leggete:

http://www.olcos.org/cms/upload/docs/olcos_roadmap.pdf


Segnalo anche qui l'interessante rapporto della Commissione Europea "The ICT Impact Report - A review of studies of ICT impact on schools in Europe" (all'url http://ec.europa.eu/education/doc/reports/doc/ictimpact.pdf) del dicembre 2006 che "draws on the evidence from 17 recent impact studies across Europe. It identifies 12 major findings concerning the impact of ICT on teaching and learning, identifies three types of barriers and makes 13 recommendations to policy-makers, educators and researchers."

Nel documento si evidenzia, tra l'altro, il difficile rapporto degli insegnanti con le ICT nell'educazione.

Le scarse conoscenze e competenze di larga parte dei docenti riguardo alle potenzialità educative delle tecnologie fanno sì che, anche quando vi sia una generica propensione o disposizione positiva ad utilizzarle, l'utilizzo avvenga senza un preciso approccio pedagogico, senza una modifica delle consuete metodologie didattiche e senza nemmeno tentare una integrazione, minandone alla base i possibili benefici.

Questo elemento può essere usato dall'accusa per identificare eventuali correi (con tutte le attenuanti del caso - che non sarebbero poche) nel delitto di 'procurata scarsa efficacia delle ICT nell'educazione'.

marcello molino


Anche questo breve documento (all'url http://www.elearningeuropa.info/files/media/media12729.pdf) contenuto nel numero 4 di eLearning Papers ("pubblicazione digitale realizzata nell’ambito del portale elearningeuropa.info. Il portale è un’iniziativa della Commissione Europea volta a promuovere l’uso di tecnologie multimediali e di Internet a favore della formazione e dell’apprendimento.") identifica nella figura del docente il fattore critico per il successo di qualunque innovazione nell'educazione, e sottolinea come l'impatto delle ICT nei processi di apprendimento implichi necessariamente significativi cambiamenti nel ruolo stesso del docente.

Il sistema educativo dovrebbe dunque farsi carico di un adeguato sviluppo professionale dei docenti.

Anche questi elementi potrebbero essere utili all'accusa per identificare eventuali correi e complici e formulare ancora più attentamente il capo d'imputazione di 'procurata scarsa efficacia delle ICT nell'educazione'.

marcello molino


Un intressante paper in discussione questa settimana su IT forum "Who killed e-learning?"

Lo ho ripreso nel mio blog. 

Queste, in sintesi, le principali ragioni del fallimento dell'e-learning evidenziate nel paper in questione sulla base dell'esame di abbondante letteratura internazionale.

...................... evidenzia che, le ragioni di ciò sono da attribuirsi:

  • al disallineamento tra gli obiettivi del business ed i bisogni di formazione. Troppo spesso le strategie di e-learning si sono basate interamente su un modello centrato sui costi ed avendo il ritorno dell’investimento (ROI) come la motivazione principale della sua implementazione
  • all’utilizzazione di strategie distorte dovute alla sovra-enfatizzazione di uno dei quattro aspetti di una buona strategia: le tecnologie, l’apprendimento, il management ed i bisogni di formazione;
  • l’insufficiente considerazione delle quattro barriere all’apprendimento nella fad: lo studente, il team didattico, l’organizzazione ed il corso stesso;
  • al non aver capito che le persone non voglio apprendere dalle macchine ed al non aver considerato a sufficienza la dimensione sociale dell’apprendimento;
  • al non aver compreso che, nonostante le tecnologie abbiano reso agevole lo sviluppo e la distribuzione di materiali didattici, è molto difficile motivare le persone a stare on-line a leggere contenuti. Il modello “presentazione” di contenuti non funziona;
  • l’aver cercato di focalizzare il processo d’apprendimento sulla tecnologia piuttosto che sulla pedagogia e sulla didattica;
  • il non aver compreso che tutta la tematica della standardizzazione (SCORM ecc…) ha a che fare con gli aspetti economici delle tecnologie che con quelli didattici;
  • al non aver capito che le economie di scala non hanno mai funzionato bene nell’educazione.

Gianni Marconato


La discussione su IT forum offre numerosi spunti sulle critictà del'e-learning.

Ho fatto un copia ed incolla dei contributi in modo da non perderli

Ecco qui un primo file (discussione defining dead)

E qui un secondo (discussione 17 e 18 settembre)

Gianni Marconato


non so se sia più pro o più contro, ma mi ha fatto ri-riflettere molto:

http://www.noiosito.eu/onorioneri.pdf alessandro giorni


Guglielmo Trentin dell’ITD di Genova pubblica su Educational technoloy di ottobre Vol. 47, n.5 "un approccio multidimensionale alla sostenibilità dell’e-learning "  (A Multimensional Approach to E-learning Sustainability, pp. 36 – 40).

Più che le sue conclusioni e proposte (puramente ipotetiche nello scenario italiano, purtroppo), mi interessano le premesse da cui parte e che portano acqua al mio mulino

Dunque, Trentin evidenzia che:

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  • negli ultimi anni una grande quantità di risorse pubbliche è stata allocata ad iniziative di e-learning;
  • nonostante questi sforzi, non vi è alcun segno di un avvenuto consolidamento dell’uso didattico delle tecnologie.
Indipendentemente delle entusiastiche annuali previsioni sulla penetrazione dell’e-learning, uno sguardo più attento al fenomeno evidenzia due questioni ancora aperte:

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  • l’e-learning non ha portato ad alcun significativo cambiamento nella realizzazione della formazione ed è ancora ancorato ai finanziamenti pubblici, a progetti pilota o ad iniziative personali
  • molti progetti, iniziati con grande entusiasmo e solide basi qualitative, sono stati abbandonati non appena i finanziamenti pubblici erano terminati.

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La conclusione è che senza finanziamenti pubblici o sponsor privati, questo approccio non riesce ad auto-sostenersi. Detto altrimenti, sempre secondo Trentin, la qualità di quelle iniziative di e-learning era talmente povera da non giustificare i suoi costi.     

Altre considerazioni del nostro: la principale ragione dell’adozione dell’e-learning stava (sta?) nel miraggio (suo il termine) del minor costo e proprio questo approccio ha portato allo sviluppo di e-elarning di bassa qualità. 

Questo approccio, ed i suoi risultati,  ha prodotto un consistente scetticismo se non repulsione da parte di coloro che ne hanno fatto esperienza ….

La conseguenza è stata il propagarsi di un messaggio di allerta anche tra coloro che non si sono mai coinvolti in simili iniziative.

Trentin si domanda se l’e-learning non sia stato solo un “flash in the pan” pronto ad essere sostituito da una nuova moda o se non abbia in sé le potenzialità di diventare qualcosa di sensato.  

Concludo questo post con altre sue citazioni tratte dal lavoro di Seufert e Seufert e Euler che hanno investigato il tema:

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  • i vantaggi dell’adozione dell’e-learning sono relativi ed i benefici derivati non sono ancora chiari (eccetto, forse, la speranza di tagliare i costi della formazione);
  • vi è sempre una grande difficoltà ad integrare l’e-learning nel contesto in cui lo si vorrebbe introdurre;
  • l’e-learning è percepito come una metodologia complessa da gestire e le sue sperimentazioni hanno fornito poche rassicurazioni in merito; 
  • l’e-learning non è percepito come un mezzo per fare formazione della stessa qualità della formazione tradizionale.

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Per non lasciare la curiosità su quale sia la proposta di Trentin, concludo, questa volta per davvero, indicando che si tratta di un modello multimensionale in cui sono strettamente interrelate ben otto dimensioni: pedagogica, professionale, socio-culturale, informale, di contenuto, organizzativa, economica e tecnologica.

i link ad alcuni documenti citati nel mio blog

Gianni Marconato



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